LAVORO

pointer; la testa è più mobile, denotante vigilanza nel compito olfattivo, mentre in quello pare quasi che tutto si svolga automaticamente.
Le orecchie, vive e leggere, vibrano tra lanuca e il collo senza sbattacchiare troppo sopra e sotto il cranio ad ogni tempo di galoppo.
Entrando in una zona lievemente impregnata di effluvio, questo trialer si abbassa in tutto il corpo, mentre talvolta il naso emerge dalle alte erbe. E rimonta nel vento, seguendo la emanazione il più direttamente possibile, cauto e sospettoso, di trotto o di passo svelto, con marcata contrazione muscolare e movimento di scapole salienti.
Il suo avanzare è silenziosissimo, ed il moto degli arti così armonioso, che spesso, se la vegetazione è un pò alta, dà l’impressione di spostarsi per virtù magica, tirato da un filo invisibile, avendo le zampe trasformate in scorrevoli rotelle.
Se si persuade che il selvatico è già frullato, man mano si rialza e, aumentando l’andatura, riprende la sua corsa abituale.
Se per contro si accorge della presenza del selvatico, gradatamente rallenta e si